lunedì 4 gennaio 2010

sull'anima

Qualche giorno fa ho lanciato una lama per stucco.
L'ho lanciata contro il banco sul quale stavo lavorando.
Subito dopo mi sono girato verso di essa e mi sono dispiaciuto del mio gesto.
Povera la mia lama.
Non l'avevo presa in prestito, non rubata e non trovata.
L'ho fatta io. Da zero.
Pensavo a quanto fossi stupido a preoccuparmi per un pezzo di metallo, quando mi sovvenne una scena di un cartone animato nel quale una bimba getta a terra la sua bambola perché le ha fatto fare brutta figura con le amichette.
Ricordo che tornò indietro subito dopo pentita del accaduto, abbracciò la sua bambola dalla testa enorme e la portò a casa con sé.
Il lavoro per il quale stavo usando la lama (o spatola) non era certo dei più stimolanti ne richiedeva la mia massima concentrazione e così una parte (una gran parte) della mia mente iniziò a vagare per lande inesplorate e d'un tratto si trovò a fronteggiare un quesito.
Cosa dà anima a qualcosa?
Mi risposi che nel momento della nascita dio nella sua immensa indulgenza conferisce un anima ad ogni futuro peccatore che si accinga a calpestare il pianeta.
Ma ciò non soddisfò la mia curiosità pregna di sadismo.
Al solo fine di farmi del male, infatti, pensai ad un vecchio articolo che parlava dell'unicità delle cose.
Ad esempio la tastiera grazie alla quale ora scrivo è stata prodotta in migliaia di esemplari, ma solo la mia ha quelle caratteristiche macchie di unto e polvere che la distinguono dalle altre.
In più c'era la lama da stucco. Era più che unica; l'avevo creata io stesso.
Esserne il creatore mi dava di diritto di elargirle un' anima?
Insomma, come può un oggetto a cui tengo tanto non possedere un anima?
Forse l' affetto verso qualcosa è sufficiente a dargli un anima?
Magari devi essere una cosa anima-ta , per possedere un anima.
E gli anima-li, ce l'hanno, l'anima?

Detto ciò, secondo voi, il mio è autolesionismo o propensione al deterioramento mentale?